I
possibili candidati alla presidenza della nostra repubblica sono tutti assolutamente
sinistri: ex comunisti, giacobini, massoni (servi della plutocrazia
mondialista) e la radicale abortista Emma Bonino. La scelta è talmente limitata
che il meno peggio, risulta, oggettivamente, essere l’ex presidente del senato,
Franco Marini, cattolico, ufficiale degli Alpini ed ex sindacalista Cisl, che però
è stato subito silurato dagli squallidi giochini di potere dell’ambizioso nuovista
Matteo Renzi. Infine vi è il movimento-setta 5 Stelle (o stalle?) del comico Grillo
e del santone Casaleggio, che, dopo avere definitivamente chiarito, in maniera
netta ed ufficiale, di essere rigorosamente antifascista, ha dimostrato di avere
dei rappresentanti del tutto impreparati, ingenui ed incapaci, spesso anche
folli ed ignoranti.
Di
fronte al caos politico italiano, alla imminente elezione del nuovo presidente
della repubblica, ai nomi dei possibili candidati ed ai penosi giochi della
partitocrazia, in me sono riaffiorate, oltre ad un sano disgusto per il
miserabile presente, anche le mie antiche radici culturali “aristocratiche e reazionarie”
e le mie convinzioni filosofiche monarchiche, di quando, da ragazzino, insieme
a storici amici come Stefano Di Martino e Diego Zoia, frequentavo la mitica
sede milanese, di Via Donizetti, della Unione Monarchica Italiana. Sinceramente,
oggi, guardo con motivata invidia alle Monarchie europee, dove, nonostante tutto,
ovvero la decadenza generale dell’occidente: la unità e la sovranità della
nazioni, le tradizioni e l’identità dei popoli, vengono gelosamente custodite e
preservate, nella forma ma anche nella sostanza. Ricordiamoci bene, al di là degli
innegabili meriti storici e degli altrettanto tragici errori della Real Casa
Savoia, che se non ci fossero stati degli evidenti brogli elettorali, l’Italia
sarebbe ancora un Monarchia, molto probabilmente, con dei sovrani, adeguatamente
educati e preparati, a rappresentare la Patria ed a tutelarne pienamente gli
interessi pubblici, al di sopra di quelli privati dei partiti e delle banche.
Rimango
monarchico da un punto di vista meramente concettuale, visto che, purtroppo, attualmente,
non vi sono pretendenti al trono disponibile ed adeguati al proprio ruolo, pronti
a dedicare la propria vita al bene comune. Quindi, visto che, almeno per ora
(ne futuro tutto può essere), non è realisticamente possibile sostenere il
ripristino di una monarchia tradizionale e cattolica (all’interno di un nuovo
Sacro Romano Impero europeo), sono, da pragmatico uomo autenticamente di
destra, un convinto sostenitore di una forte riforma presidenzialista delle
istituzioni dove, almeno, il capo dello stato sia scelto direttamente dalla
maggioranza degli Italiani e non dal “mercato delle vacche” dei partiti e delle
logge, al quale stiamo assistendo in questi giorni.
Roberto
Jonghi Lavarini