Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini, uno dei massimi esperti, in Italia, di diritto nobiliare, ordini cavallereschi ed araldica, anche se è certamente più conosciuto per la sua chiara militanza politica, e proprio dal mix di queste due passioni deriva il suo oramai storico soprannome di "barone nero".
(Intervista a cura di Carlo Traggia di Baio sulla rivista A tutto Mondo)
48 anni, Laurea in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano (con Tesi in Sociologia della Comunicazione dal titolo "Araldica e Comunicazione"), diversi Master e corsi di formazione post universitaria (sociologia, comunicazione, giornalismo), lavora come consulente nel settore edile ed immobiliare per alcune società di famiglia, si è occupato anche di investigazioni e sicurezza, è stato per oltre 15 anni pubblico amministratore del Comune di Milano (come consigliere e presidente di zona).
E' barone (esattamente nobile decurione di Ornavasso, patrizio ossolano, uradel von Naters, walser freiherr von Urnavas), fiero delle sue origini tedesco vallesi, tanto da far parte del gruppo folkloristico, cavaliere di una ventina di ordini cavallereschi cristiani (fra questi quelli dei Santi Maurizio e Lazzaro, dell’Aquila Romana, di San Giorgio del Sacro Romano Impero, della Santa Croce di Georgia, della Corona Heracliana, e del Drago del "conte Dracula", ovvero del principe Vlad Tepes di Valacchia, eroe delle guerre contro i turchi ottomani), membro corrispondente di diversi sodalizi culturali (come la Società Genealogica Italiana di Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita, il Centro Studi Araldici di Raffaele Coppola, l'Accademia di Studi sugli Ordini Cavallereschi del Prof. Fernando Crociani Baglioni, e la Società Araldica Svizzera), fidato consigliere di una decina di principi appartenenti a famiglie già sovrane (come i Bagrationi, i Cantacuzino e i Leopardi).
Il nonno paterno, Edmondo, Capitano di Cavalleria, è stato Luogotenente dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme del nord Italia per oltre vent'anni; quello materno (Giuseppe Ganassini di Camerati e Lumiago) cerimoniere dell'Ordine di Malta nel Principato di Monaco per un decennio, ed entrambi erano fedeli sostenitori di Sua Maestà Umberto II, ultimo Re d'Italia. Per questo, Roberto, fin da bambino, ha frequentato ambienti cavallereschi, nobiliari ed ecclesiastici ma anche patriottici, militari e monarchici (è stato anche ultimo segretario del Fronte Monarchico Giovanile di Milano, nella storica sede UMI di Via Donizetti). Cresciuto nel "fronte della tradizione", anche per parentele, politica e frequentazioni internazionali, ha creato, negli anni, una formidabile rete di contatti e sinergie.
Nel 2015, insieme ad un piccolo gruppo di amici, con la benedizione del principe nero romano don Sforza Ruspoli di Cerveteri, è stato tra i promotori della associazione Aristocrazia Europea, che, oggi, guidata dall'amico conte Pierluigi Romeo di Colloredo Mels (archeologo, egittologo, storico, scrittore e docente universitario) conta oltre 700 associati ed è fucina e volano di diversi interessanti progetti fra i quali: il Tribunale Arbitrale Nobiliare, l'Accademia di Studi ed il Master Unipegaso, il giornale L’Aristocrazia, l'itinerario Castelli d’Europa, il Premio Internazionale Aristoi ed i Volontari Nazionali della Santa Croce (nuovo gruppo, patriottico e cristiano, di assistenza sociale, primo soccorso e protezione civile).
Ci può dire quanti sono i nobili in Italia?
In Italia vi sono circa settemila famiglie titolate, ufficialmente riconosciute dal Regno d’Italia ed il loro patrimonio
genealogico, onorifico e araldico, è tutelato, non dalla repubblica italiana,
che non riconosce i titoli nobiliari, ma da due seri enti privati facenti
funzione di burocratico archivio e aggiornamento, ovvero il Corpo della Nobiltà
Italiana ed il Collegio Araldico di Roma, il solo che edita lo storico e
originale Libro d’Oro della Nobiltà Italiana. Ma a queste famiglie se ne devono aggiungere almeno duemila che non si sono volutamente fatte registrare dai
Savoia, o perché rimaste fedeli alle precedenti dinastie e diverse forme
aristocratiche degli stati preunitari (agli Asburgo e al SRI, alla Serenissima
Repubblica di Venezia, al Ducato di Parma e Piacenza, al Gran Ducato di
Toscana, allo Stato della Chiesa ed al Papa Re, ai Borbone ed al Regno delle
Due Sicilie) o, semplicemente, per non pagare le relative tasse statali per
ottenere un riconoscimento, considerato superfluo. A queste vanno sicuramente aggiunte
oltre 300 famiglie appartenenti alla nobiltà di origine bizantina o a minoranze
etniche autoreferenziali (greco albanesi, franco occitane, germaniche e slave),
e ad un crescente numero (circa 500, segnalate da una ricerca universitaria del
2017) di famiglie nobili di origine straniera presenti in Italia, provenienti
da tutto il mondo, soprattutto dall’Europa dell’est. Oltre, direi al di fuori, di questi nobili circa diecimila cognomi DOC, catalogati e conosciuti, vi è una vasta e caotica zona grigia, di discendenti
collaterali che usano cognomi, titoli e predicati in maniera impropria se non
abusiva, di impostori che usano per omonimia i titoli di famiglie estinte, e di
sedicenti nuovi nobili, spesso in buona fede, che hanno ricevuto, ereditato o
comprato titoli concessi da autorità assai discutibili da un punto di vista
storico giuridico, quando non da veri e propri truffatori senza scrupoli.
E gli Ordini Cavallereschi?
Ogni stato ha il suo sistema premiale, il suo cerimoniale ed i suoi ordini cavallereschi, anche la nostra repubblica. Oltre ai suoi, lo stato italiano riconosce gli ordini degli altri stati nazionali (qualunque sia la loro forma istituzionale), fra questi, quindi, anche quelli del Vaticano, come i due certamente più conosciuti come quelli intitolati a San Gregorio Magno ed al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Certamente il più importante e prestigioso rimane ancora il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) che, però, dall’allontanamento forzato dell’ultimo legittimo Principe Sovrano Gran Maestro, Sua Altezza Eminentissima Fra Mattew Festing, e del Cardinale Patrono, Sua Eminenza Raymond Leo Burke, ha accelerato la sua decadenza, continuando a perdere identità e autonomia, diventando come una qualsiasi ONG, al servizio delle finanze vaticane e delle discutibili missioni umanitarie di questo Papa, apertamente accusato di eresia da una buona parte della Chiesa Cattolica, rimasta invece fedele alla Tradizione. Altro sodalizio importante e prestigioso, riconosciuto sia dallo stato che dalla chiesa, è l'Ordine Costantiniano cattolico, diviso nelle diverse obbedienze dei tre legittimi rami della Real Casa Borbone di Parma, di Napoli e di Spagna. Fra gli ordini di prima categoria, insieme a quello di Malta e Costantiniano, vi sono quelli della Real Casa Savoia, in particolare l’antico e, una volta, prestigiosissimo, Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (OSSML), con a capo SAR il Principe Vittorio Emanuele IV. Gli Ordini Dinastici di Casa Savoia sono bene organizzati e presenti in Italia e fra le comunità italiane all'estero, e fanno tante opere buone, ma tutti sono preoccupati per il futuro e sperano che SAR il Principe Emanuele Filiberto decida di occuparsene in maniera stabile ed esclusiva, lasciando definitivamente da parte la passione per danze e TV, pizza e spaghetti in USA. Oltre ai principali ordini sopracitati, ve ne sono diversi altri assolutamente storici, anche se minori e meno conosciuti, di collazione dinastica (ovvero di proprietà privata familiare) di diverse dinastie già sovrane (troppe per elencarle in questa sede, ma seri elenchi da consultare sono quelli dell’ICOC di Pierfelice Degli Uberti e del comitato scientifico della Unione Bizantina del Prof. Peter Frankopan), poi vi sono ordini e confraternite storiche legate a tradizioni locali, e ordini dipendenti dai diversi patriarcati autocefali nazionali che compongono la Chiesa Ortodossa canonica. Oltre alle sopra elencate realtà, vi sono decine di sedicenti ordini, confraternite e associazioni di stampo cavalleresco, soprattutto di ispirazione templare e gerosolomitana. Una galassia di sigle, gruppi e scissioni, in continua evoluzione, persino difficile da catalogare in maniera stabile. Ad essere onesti, alcuni di questi sodalizi (come i neo Templari del PTHM) sono più seri e motivati, spesso anche più colti e religiosi di tanti rappresentanti di ordini famosi e riconosciuti, ma la maggioranza è invece composta da "ignoranti in buona fede", e tanti, purtroppo sono, anche in questo caso, i truffatori pronti a vendere sogni e finti cavalierati a poveri sprovveduti.
E la vostra associazione Aristocrazia Europea come si inserisce in questo contesto e come si differenzia dalle altre diverse e numerose realtà presenti?
Nelle precedenti risposte ho illustrato la realtà statistica ed organizzativa della nobiltà e della cavalleria. Ora posso entrare nel merito, perché a me interessano i contenuti non i contenitori. Aristocrazia Europea nasce per tenere alta la bandiera della Tradizione, ovvero i concetti filosofici greco romani germanici di aristocrazia e patriziato, i valori della cavalleria cristiana e della nobiltà tradizionale (di onore, coraggio e fedeltà), il senso metapolitico positivo della gerarchia, della monarchia e dell’impero. Aristocrazia Europea, si occupa certamente di storia, genealogia, ordini cavallereschi, diritto nobiliare, dimore storiche e araldica, ma quello che ci differenzia è il nostro spirito autenticamente cavalleresco e aristocratico, consapevole e contemporaneo. Noi rispettiamo tutte le altre realtà, più antiche e prestigiose della nostra, ma siamo una cosa assai diversa da uno statico museo o da una dorata sala da thè. Non ci interessano inutili e spesso ridicole vane glorie estetiche e nominali, noi guardiamo alla sostanza delle cose, alla coerenza e formazione culturale e spirituale, alla creazione di una nuova classe dirigente italiana ed europea. Noi difendiamo la nostra identità e la nostra patria (terra dei nostri padri), sosteniamo attivamente la difesa della civiltà cristiana europea, la libertà e sicurezza fisica dei nostri fratelli cristiani perseguitati nel mondo. Senza questi valori e senza queste azioni conseguenti le conseguenti, le medaglie ed i mantelli valgono quanto tappi e stracci. Purtroppo ai vertici degli ordini principali vedo una crescente incoerenza e decadenza, e la metà dei titolati italiani è indegna dei propri antenati ed in una monarchia seria sarebbe espulsa dal corpo della nobiltà. Noi siamo il futuro che viene da lontano.
Ultime battutte: progetti per il futuro?
Posso solo annunciare che, grazie a Roberto Spreti Malmesi Griffo Focas di Cefalonia (principe imprenditore, illuminato di buona luce, docente di bioetica alla università pontificia) sarà rieditata, in forma innovativa e aggiornata, la bibbia di tutti gli araldisti italiani, ovvero la mitica Enciclopedia Vittorio Spreti: sarà un lavoro colossale, serio, scientifico e rigoroso, una sorta di censimento della aristocrazia italiana, che servirà anche a fare giustizia, ordine e pulizia. Altre novità saranno la completa riorganizzazione della storica Unione della Nobiltà Bizantina (sotto la protezione spirituale del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) ed il rilancio innovativo del solo sodalizio cavalleresco di tradizione femminile esistente in Occidente, ovvero l'Ordine di Santa Elena Imperatrice, antica istituzione cristiana ecumenica, che ha, sotto la sua protezione e dipendenza anche un ordine religioso di suore cattoliche missionarie, che gestisce una scuola per bambini di famiglie bisognose a Roma ed una mensa dei poveri a Napoli. Io sono un semplice "freiherr" (libero signore), un soldato della tradizione, e continuerò a combattere tutte battaglie culturali e sociali che riterrò giuste.